Per un ambiente protetto, prevenire è meglio che curare

Inquinanti

ITALIA E PREVENZIONE

In Italia la cultura della prevenzione fatica a diffondersi: lo vediamo dopo i disastri idrogeologici, dopo un incidente sul lavoro, o quando le infrastrutture, prive di manutenzione, crollano sotto i nostri piedi.

Lo stesso vale per i danni ambientali causati dalle aziende: quante volte un piccolo errore è causa di gravi conseguenze e pericoli per l’ambiente? Uno sversamento di sostanze nocive nei fiumi, o l’immissione nell’aria di gas tossici, sono solo alcuni esempi di come certe aziende, sia per mancata prevenzione sia per errori umani, possono danneggiare l’ecosistema circostante con le loro attività.

QUANTE IMPRESE SI INTERESSANO DI RISCHIO AMBIENTALE?

In Europa soltanto una piccolissima percentuale di imprese ha stipulato una polizza sul rischio ambientale, dimostrando di volersi impegnare attivamente in caso di danni all’ecosistema: si tratta di numeri ancora troppo bassi per avere una copertura sufficiente del territorio.

La UNI/PdR 107:2021 interviene proprio su questo: nata dal lavoro congiunto tra UNI e Pool Ambiente, lo schema “Ambiente Protetto - Linee guida per la prevenzione dei danni all’ambiente - Criteri tecnici per un’efficace gestione dei rischi ambientali” fornisce alle imprese di qualunque settore e dimensione uno strumento pratico per rendere più idonea la propria politica di tutela dell’ambiente, specialmente per quanto riguarda la prevenzione di eventuali danni a terreno, acqua, aria, specie e habitat naturali.

In questi ultimi mesi, la PdR si è fatta strada tra i tavoli istituzionali proponendosi come strumento pratico al servizio della legislazione, a partire dall’Italia: lo scorso ottobre la Prassi di Riferimento è stata presentata in Parlamento e depositata dall’On. Gadda con una proposta di disegno di legge che prevede il credito d’imposta del 20% su Polizze Ambientali, spese di Certificazione Ambiente Protetto e sugli interventi di manutenzione su serbatoi interrati.

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